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20.05.2021: Notifica di vaccinazione anti-Covid tramite AD Swiss – direttamente dal software per studi medici amétiq siMed

Gli studi medici dovrebbero essere in grado di far fronte all’elevato numero di vaccinazioni per combattere la pandemia di coronavirus il più possibile con processi e sistemi comprovati. amétiq siMed offre la possibilità di trasmettere i dati delle vaccinazioni anti-Covid-19 automaticamente e direttamente dal software dello studio medico, tramite AD Swiss, al monitoraggio vaccinale dell’UFSP o dei cantoni.

 

L’applicazione comoda e intuitiva per la trasmissione dei dati della vaccinazione anti-Covid si può selezionare facilmente all’interno di amétiq siMed. Basta selezionare il modulo di vaccinazione anti-Covid-19 e compilarlo con i dati necessari del paziente. È possibile aggiungere ulteriori informazioni liberamente.

I dati vengono quindi trasmessi in modo sicuro tramite la piattaforma AD Swiss all’UFSP o al Cantone. Nel contempo viene creato l’attestato di vaccinazione per il paziente, che può essere consegnato al paziente e archiviato nell’anamnesi elettronica. È possibile vedere come funziona nel seguente video (in tedesco):

 

Una procedura agile e automatizzata alleggerisce il carico di lavoro dei medici

Con questa procedura agile e automatizzata si alleggerisce il carico di lavoro dei medici e del personale dello studio medico, la loro partecipazione alla campagna di vaccinazione nazionale viene efficacemente integrata nei processi dello studio, e lo sforzo aggiuntivo per notificare le vaccinazioni è ridotto al minimo.

Lo studio medico Bergamin a Valbella GR sta utilizzando con successo il nuovo servizio e attende il crescente numero di vaccinazioni anti-Covid-19: «Già durante la fase di prova si è potuto notare un minore carico di lavoro», afferma la responsabile ASM, Jessica Loosli. Per il prevedibile aumento delle vaccinazioni nel suo studio si aspetta che il nuovo servizio riduca significativamente gli oneri. «Anche la trasmissione sicura dei dati all’UFSP è un vantaggio importante in questo processo», aggiunge.

 

Utilizzo da verificare in base al Cantone

«Sono rimasto colpito dalla rapidità e dalla fluidità con cui amétiq ha integrato la notifica di vaccinazione nei suoi sistemi tramite la piattaforma AD Swiss», afferma Peer Hostettler di AD Swiss. «Per i medici, la realizzazione della campagna vaccinale anti-Covid-19 è una grande sfida. Attraverso la notifica dal software dello studio possiamo fornire loro il ​​miglior supporto possibile.»

Che cosa possono fare i fornitori di prestazioni che hanno già iniziato le vaccinazioni o che riceveranno i vaccini a breve? Consigliamo di impiegare la soluzione di AD Swiss in quei cantoni e in quei sistemi informatici per studi medici/ospedali per i quali vi è la possibilità. Per la lista aggiornata si rimanda al nostro sito web.

 

AD Swiss Community: l’incubatore per l’attuazione di progetti di digitalizzazione praticabili

amétiq è un membro fondatore della AD Swiss Community. La Community riunisce il know-how dei fornitori di prestazioni e dei fornitori di servizi tecnici, medici e amministrativi. Tutti insieme si sono posti l’obiettivo di sviluppare soluzioni digitali pratiche nel settore sanitario svizzero. Un progetto importante all’interno dell’AD Swiss Community è stata l’attuazione dell’invio e della ricezione integrati e sicuri di referti tramite HIN Mail nel software per studi medici amétiq siMed.

Gli studi medici dovrebbero essere in grado di far fronte all’elevato numero di vaccinazioni per combattere la pandemia di coronavirus il più possibile con processi e sistemi comprovati. amétiq siMed offre la possibilità di trasmettere i dati delle vaccinazioni anti-Covid-19 automaticamente e direttamente dal software dello studio medico, tramite AD Swiss, al monitoraggio vaccinale dell’UFSP o dei cantoni.

 

L’applicazione comoda e intuitiva per la trasmissione dei dati della vaccinazione anti-Covid si può selezionare facilmente all’interno di amétiq siMed. Basta selezionare il modulo di vaccinazione anti-Covid-19 e compilarlo con i dati necessari del paziente. È possibile aggiungere ulteriori informazioni liberamente.

I dati vengono quindi trasmessi in modo sicuro tramite la piattaforma AD Swiss all’UFSP o al Cantone. Nel contempo viene creato l’attestato di vaccinazione per il paziente, che può essere consegnato al paziente e archiviato nell’anamnesi elettronica. È possibile vedere come funziona nel seguente video (in tedesco):

Video

Notifica di vaccinazione anti-Covid tramite AD Swiss dal amétiq siMed: Per vedere il video, cliccate sull’immagine

 

Una procedura agile e automatizzata alleggerisce il carico di lavoro dei medici

Con questa procedura agile e automatizzata si alleggerisce il carico di lavoro dei medici e del personale dello studio medico, la loro partecipazione alla campagna di vaccinazione nazionale viene efficacemente integrata nei processi dello studio, e lo sforzo aggiuntivo per notificare le vaccinazioni è ridotto al minimo.

Lo studio medico Bergamin a Valbella GR sta utilizzando con successo il nuovo servizio e attende il crescente numero di vaccinazioni anti-Covid-19: «Già durante la fase di prova si è potuto notare un minore carico di lavoro», afferma la responsabile ASM, Jessica Loosli. Per il prevedibile aumento delle vaccinazioni nel suo studio si aspetta che il nuovo servizio riduca significativamente gli oneri. «Anche la trasmissione sicura dei dati all’UFSP è un vantaggio importante in questo processo», aggiunge.

 

Utilizzo da verificare in base al Cantone

«Sono rimasto colpito dalla rapidità e dalla fluidità con cui amétiq ha integrato la notifica di vaccinazione nei suoi sistemi tramite la piattaforma AD Swiss», afferma Peer Hostettler di AD Swiss. «Per i medici, la realizzazione della campagna vaccinale anti-Covid-19 è una grande sfida. Attraverso la notifica dal software dello studio possiamo fornire loro il ​​miglior supporto possibile.»

Che cosa possono fare i fornitori di prestazioni che hanno già iniziato le vaccinazioni o che riceveranno i vaccini a breve? Consigliamo di impiegare la soluzione di AD Swiss in quei cantoni e in quei sistemi informatici per studi medici/ospedali per i quali vi è la possibilità. Per la lista aggiornata si rimanda al nostro sito web.

 

AD Swiss Community: l’incubatore per l’attuazione di progetti di digitalizzazione praticabili

amétiq è un membro fondatore della AD Swiss Community. La Community riunisce il know-how dei fornitori di prestazioni e dei fornitori di servizi tecnici, medici e amministrativi. Tutti insieme si sono posti l’obiettivo di sviluppare soluzioni digitali pratiche nel settore sanitario svizzero. Un progetto importante all’interno dell’AD Swiss Community è stata l’attuazione dell’invio e della ricezione integrati e sicuri di referti tramite HIN Mail nel software per studi medici amétiq siMed.

 

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17.04.2021: Sempre più cantoni consentono di notificare le vaccinazioni anti-Covid tramite AD Swiss

Sono sempre di più i fornitori di prestazioni ambulatoriali coinvolti nella campagna vaccinale anti-Covid-19. AD Swiss e i suoi partner mettono a disposizione soluzioni che facilitano un’efficiente e sicura gestione amministrativa della procedura vaccinale. Si tratta tuttavia di soluzioni che non sono ancora state autorizzate in tutti i cantoni.

 

Al momento, uno dei temi a cui la Svizzera, e naturalmente il sistema sanitario, tengono di più è il vaccino anti-Covid-19. Mentre nella prima fase la strategia della Confederazione si è concentrata sui centri di vaccinazione e sulle persone particolarmente a rischio, ora – con l’aumentare delle disponibilità dei vaccini – sono sempre di più le strutture del settore sanitario, come studi medici e farmacie, coinvolte nella campagna vaccinale della Confederazione.

Se si vuole rispettare l’ambizioso obiettivo di offrire un vaccino a tutte le persone residenti in Svizzera entro l’estate del 2021, questo coinvolgimento è urgentemente necessario. In altre parole, senza un grande impegno da parte dei fornitori di prestazioni ambulatoriali sarà impossibile arrivare rapidamente a una copertura vaccinale su larga scala, anche in presenza di una quantità sufficiente di vaccini.

 

Vaccinarsi dal medico di famiglia

Nella vaccinazione anti-Covid-19 i medici di famiglia assumono un ruolo fondamentale, come Blaise Genton – medico capo al policlinico di medicina tropicale, viaggi e vaccinazioni presso Unisanté e responsabile medico della campagna vaccinale nel Canton Vaud – ha dichiarato al Bollettino dei medici svizzeri BMS. I medici di famiglia conoscono bene i pazienti e il loro profilo di rischio, tanto più che la maggior parte della popolazione ha un modello assicurativo Managed Care. I pazienti si fidano del loro parere medico, fatto che può contrastare lo scetticismo ingiustificato verso i vaccini.

Anche se sul piano politico alcune questioni non sono ancora del tutto chiarite, a livello tecnico e procedurale vi sono molti lavori in corso o già attuati affinché i fornitori di prestazioni ambulatoriali possano più facilmente integrare la vaccinazione nei loro processi. Per conto dei loro enti responsabili, AD Swiss e HIN si adoperano per trovare soluzioni sicure ed efficienti, possibilmente sulla base di sistemi e standard già consolidati nel settore sanitario.

 

Registrare e trasmettere i dati di vaccinazione con AD Swiss

Ogni procedura vaccinale prevede una notifica all’UFSP o al cantone, nonché la creazione di un attestato di vaccinazione per il paziente. A questo scopo, AD Swiss ha implementato una soluzione che permette di notificare e generare l’attestato sia mediante il tool online (AD Swiss Workspace) sia con una procedura integrata nel software dell’ospedale o dello studio medico (sistemi informatici per studi medici/ospedali). Grazie all’apporto di noti operatori come la Cassa dei Medici, Vitodata, amétiq e TMR, le integrazioni sono già state fattivamente implementate; l’interfaccia è aperta a tutti i fornitori di sistemi informatici per studi medici/ospedali.

Autorizzazione delle unità di notifica

L’attuazione della campagna vaccinale anti-Covid-19 è una questione federale e rientra nella sfera di competenza dei cantoni. Sono questi a determinare, a propria discrezione, quali unità di notifica («reporting unit») autorizzare nel proprio territorio. Alcuni cantoni mostrano una certa reticenza per quanto riguarda l’autorizzazione e per ora puntano esclusivamente su soluzioni proprie, come nel caso di Zurigo e Berna. Diverso l’approccio adottato per esempio dal Canton Argovia, che autorizza i fornitori sulla base di una trasparente serie di requisiti. Tutto ciò consente ai fornitori di prestazioni impegnati nella vaccinazione di poter scegliere la soluzione più adatta a loro tra quelle disponibili.

«Vaccinarsi con AD Swiss» offre alcuni vantaggi. Poiché molti dati sono già presenti in forma digitale nell’anamnesi elettronica, le notifiche provenienti dagli studi medici hanno un’elevata qualità dei dati. Il numero di dati da trascrivere o trasmettere manualmente è ridotto e la ripresa automatica dal sistema permette di ridurre al minimo le fonti di errori. Naturalmente, rispetto alla compilazione manuale dei moduli, si osserva anche una significativa ottimizzazione in termini di efficienza. Grazie all’identità HIN, utilizzata in tutte le soluzioni di AD Swiss, l’autore di una notifica viene sempre autenticato in maniera univoca, per cui l’invio dei dati è chiaramente documentato e ricostruibile.

 

Verificare l’impiego in base al cantone

Ogni cantone deve innanzitutto autorizzare ufficialmente AD Swiss come unità di notifica (si veda il riquadro). Nonostante gli sforzi profusi da AD Swiss per ottenere l’autorizzazione in tutti i cantoni, non tutti l’hanno ancora rilasciata e a fine aprile la soluzione di AD Swiss risulta quindi non ancora utilizzabile in tutta la Svizzera.

Che cosa possono fare i fornitori di prestazioni che hanno già iniziato le vaccinazioni o che riceveranno i vaccini a breve? Consigliamo di impiegare la soluzione di AD Swiss in quei cantoni e in quei sistemi informatici per studi medici/ospedali per i quali vi è la possibilità. Per la lista aggiornata si rimanda al nostro sito web. In caso di domande si prega di contattare il proprio gestore di sistemi o il servizio clienti HIN.

 

Ulteriori informazioni

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18.01.2021: AD Swiss, HCI Solutions und Medi24: Gesetzeskonforme elektronische Arztrezepte sind nun auch in der Schweiz erhältlich

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Tedesco. Per ragioni di convenienza del visitatore, il contenuto è mostrato sotto nella lingua alternativa. Puoi cliccare sul link per cambiare la lingua attiva.

Rezepte werden bis heute entweder von Hand ausgestellt oder auf Papier gedruckt und mit einer rechtsgültigen Unterschrift eines Arztes versehen. Am 1. Januar 2020 ist Artikel 51 der eidgenössischen Arzneimittelverordnung (VAM) in Kraft getreten. Dieser ermöglicht das elektronische Übermitteln von Rezepten.

Die AD Swiss und HCI Solutions haben eine sichere Lösung entwickelt, welche die Anforderungen erfüllt. Die Medi24, führender Telemedizinanbieter der Schweiz, startet als erste ausstellende Arztpraxis mit einem Piloten.

Der Arzt authentisiert sich via seinem HIN Anschluss, auf Basis seiner EPDG-konformen elektronischen Identität (gesetzeskonform), und erstellt ein eRezept. Danach wählt der Patient eine Apotheke aus, die das verschlüsselte eRezept erhalten soll.

Zu Beginn der Pilotphase befinden sich Galenicare Apotheken (Amavita, Coop Vitality und Sunstore) und MediService im System. Das System ist aber offen für alle Apotheken, die sich beteiligen möchten. Mit dieser Offenheit gehen die AD Swiss und HCI Solutions neue Wege. Grundvoraussetzung ist, dass der Patient jederzeit absolut freie Apothekenwahl geniesst.

Damit vereinfacht sich der Umgang mit Rezepten für alle Beteiligten. Unnötige Abholungen von Papierrezepten in der Arztpraxis – wie auch Scannen, Faxen und Mailen – entfallen. Das System ist gegen Missbrauch und Mehrfacheinlösung sehr gut geschützt.

 

Kontakt

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28.12.2020: Interview mit CEO Michael Fickenscher in «DEFACTO»

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«DEFACTO», das Magazin der MCO Argomed, hat in der Ausgabe vom Dezember 2020 ein Interview mit AD Swiss Geschäftsführer Michael Fickenscher sowie Hausarzt Gregor Dufner und Lukas Wenger, Leiter E-Health Argomed, publiziert. Hier die Aussagen unseres CEO in Auszügen:

  • Zum Prinzip der «doppelten Freiwilligkeit»:
    «Das EPD ist das Ergebnis einer politischen Willensbildung. Das müssen wir so akzeptieren wie es ist, ohne es zu bewerten. Ich bezweifle zudem, dass der Zwang die bessere Alternative ist. Die AD Swiss bietet ein günstiges EPD für ambulante Leistungserbringer, auch wenn es noch nicht Pflicht ist. Und wir haben Mitglieder, die eigentlich nicht müssen.»
     
  • Zur Akzeptanz digitaler Lösungen bei Gesundheitsfachpersonen und Bevölkerung:
    «Ich bin überzeugt, dass der Nutzen des EPD im Verlauf der Zeit in allen Kreisen zunehmend erkannt wird [… und] dass die Akzeptanz in den nächsten Jahren zunehmen wird, nicht zuletzt, weil die Patienten konkret erfahren werden, was die Digitalisierung im Alltag für Vorteile bringt.»
     
  • Zum Nutzen des EPD für Patienten und Leistungserbringer:
    «Der Gesetzgeber hat das EPD primär aus der Perspektive des Patienten konzipiert. Das heisst: Der Patient bestimmt, welche Dokumente ins EPD kommen und welche nicht und welche Leistungserbringer diese einsehen dürfen. Neben dem EPD bieten die (Stamm-)Gemeinschaften sog. Zusatzdienste an. Bei der AD Swiss kann man diese heute schon nutzen, wie z.B. die eZuweisung oder das eRezept. Hier wird der konkrete Nutzen für Leistungserbringer entstehen. Die für den Patienten interessanten Dokumente können dann von den Zusatzdiensten automatisch ins EPD geladen werden.»
     
  • Zur aktuellen Entwicklung im Bereich E-Health:
    «Wir sind gut unterwegs und stossen auf offene Ohren und auf eine gewisse Experimentierbereitschaft, vor allem auch seitens der Leistungserbringer und ihrer Verbände. Das ist vor allem deshalb wichtig, weil ein eHealth-System von der Basis her entwickelt und aufgebaut werden muss. Das ist politisch nachhaltiger und stabiler. Auch im Hinblick auf künftige Investitionen in die Digitalisierung der Medizin.»

Das ganze Interview finden Sie in «DEFACTO» 03/2020 (PDF) ab S. 13.

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23.12.2020: Tempo di gratitudine e trepidazione

Cari soci, partner e persone interessate,

quello che ci lasciamo alle spalle è un anno turbolento, in cui un unico tema ha dominato non solo il settore sanitario, ma anche le vite di tutti noi. Ciò nonostante, in dicembre anche la cartella informatizzata del paziente (CIP) è divenuta realtà con la certificazione delle prime comunità di riferimento.

Anche AD Swiss è pronta a iniziare la propria attività con la comunità CIP. Lo sviluppo della nostra piattaforma CIP con portale, interfacce e tutti i componenti necessari è stato completato. Un team motivato collabora con i nostri partner competenti alla finalizzazione e alla certificazione di processi ed evidenze. Siamo soddisfatti dei traguardi raggiunti e ringraziamo tutte le parti coinvolte per l’enorme impegno.

Non appena SQS, il nostro ente di certificazione, avrà ricevuto l’accreditamento, entreremo anche noi a far parte della rosa delle comunità (di riferimento) certificate. Questo avverrà subito dopo la conclusione del witness audit di SQS con la comunità di riferimento Axsana.

Siamo orgogliosi di poter essere, nel nuovo anno, la prima comunità CIP della Svizzera che affiancherà a livello nazionale i nostri soci e clienti lungo il percorso verso la digitalizzazione del settore sanitario. Il nostro obiettivo principale sarà quello di mettere a disposizione dei fornitori di prestazioni ambulatoriali un accesso semplice e conveniente alla CIP.

A voi, stimati clienti, soci e partner che ci avete finora sostenuti in questo percorso, desideriamo esprimere il nostro più sentito ringraziamento. Vi auguriamo serene Festività e un Nuovo Anno ricco di salute.

Il vostro team AD Swiss

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14.12.2020: AD Swiss offre un’interfaccia FHIR per la notifica dei referti COVID-19

Finora, i referti SARS-CoV-2 dovevano essere notificati all’UFSP singolarmente tramite un formulario. Noi ci siamo posti l’obiettivo di semplificare questo processo. D’ora in avanti, AD Swiss offrirà ai sistemi primari collegati la possibilità di notificare i referti all’UFSP sulla base dell’interfaccia FHIR.

 

Funzionamento

Il sistema primario invia il documento specificato dall’UFSP alla AD Swiss Convenience Interface (ADS CI). Questo referto viene salvato sulla piattaforma AD Swiss, assicurando al sistema dell’UFSP di poter richiamare il documento. È stata posta particolare attenzione affinché l’autenticazione dei professionisti della salute e delle strutture sanitarie che trasmettono l’informazione sia conforme alle regole. Ciò viene garantito mediante le identità HIN della persona e dell’istituto.

 

Ulteriore semplificazione in corso

Per ridurre ulteriormente l’onere dei fornitori di sistemi primari, l’ADS CI viene ampliata con un COVID Convenience Service che assegna automaticamente le autorizzazioni necessarie. Il COVID Convenience Service sarà disponibile presumibilmente a partire da gennaio 2021.

 

Soluzioni pratiche con AD Swiss Community

La soluzione basata su FHIR per la trasmissione dei referti è nata nell’ambito della AD Swiss Community. L’interfaccia è disponibile fin da subito per tutti i fornitori di sistemi primari collegati ad AD Swiss. Per ricevere ulteriori informazioni o se siete interessati a una collaborazione, non esitate a contattarci.

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22.10.2020: Von den Getriebenen zur ­treibenden Kraft

Die Einführung des elektronischen Patientendossiers (EPD) lässt auf sich warten. Das muss kein Nachteil sein, bietet der Aufschub doch die Chance für weitere Verbesserungen aus fachlicher Perspektive. Zudem stehen – im Rahmen des EPD und komplementär dazu – ärzteeigene Angebote bereit, die den medizinischen Nutzen ins Zentrum stellen.

Der folgende Beitrag der AD Swiss Verwaltungsräte Yvonne Gilli und Lucas Schult ist zuerst in der Schweizerischen Ärztezeitung 2020;101(43) erschienen.

 

Aktuell leben wir im Zeitalter der elektronischen Patientendossiers. Gemäss Bundesgesetz über das Elektronische Patientendossier (EPDG) müssten alle Akut-
spitäler, Reha-Kliniken und stationären Psychiatrien seit dem 15. April 2020 das EPD anbieten. Eigentlich. Doch das EPD ist noch nicht operativ – voraussichtlich nicht vor 2021 – und darum ist auch noch wenig davon zu spüren ausser allenthalben Verunsicherung.

Dass sich der Start des EPD verzögert, liegt dem Vernehmen nach an der komplexen Zertifizierung der Stammgemeinschaften und der wohl nicht minder kniffligen Akkreditierung der Zertifizierer. Immerhin bietet der verzögerte Start die Chance, einige Kons-
truktionsfehler des EPD quasi auf der Zielgeraden noch zu korrigieren [1].

Das Dossier des Patienten

Zunächst gilt es, mit einem Missverständnis aufzuräumen. Wie der Name schon sagt, wurde das EPD vom Gesetzgeber als Dossierder Patienten konzipiert[2]. Es soll den Patientinnen und Patienten die Souveränität über ihre Daten gewähren, welche bisher in den Aktenschränken und Computern der Leistungserbringer liegen – zwar wohl verwahrt, aber für die Patientinnen und Patienten intransparent und erschwert zugänglich. Das EPD soll ihnen die Möglichkeit geben, den Zugang zu ihren gesundheitsrelevanten Dokumenten selbst zu steuern, und sie befähigen, «die im EPD zugänglichen Informationen zu sichten, daraus Fragen abzuleiten und diese mit Fachpersonen zu klären» [3]. Die Förderung der Gesundheitskompetenz der Bevölkerung ist denn auch eines der fünf gesundheitspolitischen Ziele in der Strategie eHealth Schweiz 2.0 [4].

Soweit so gut. Damit wird aber deutlich, dass das EPD als patientenzentriertes Sekundärsystem a priori kein Instrument für die Ärzteschaft ist. Das EPD umfasst denn auch keine auf Gesundheitsfachpersonen zugeschnittenen Zusatzdienste, keine strukturierten Daten, keine Tiefenintegration mit dem Primärsystem der Ärztin oder des Arztes [5]. Sogar die ungeregelte Finanzierung – gemäss eHealth Suisse müssen EPD-Anbieter «selbst eine tragfähige Finanzierung für das EPD finden»[6] – lässt sich so erklären.

 

Nutzen für Ärzteschaft und Patienten

Dieser Beitrag soll beileibe kein Plädoyer gegen ein patientenzentriertes EPD sein. Vielmehr wollen wir da-
rauf hinweisen, dass das EPD den Patientinnen und Patienten erst den ersehnten Nutzen bringen wird, wenn es auch für die Gesundheitsfachpersonen einen Mehrwert generiert und z. B. durch erleichterte interdisziplinäre und interprofessionelle Zusammenarbeit einen positiven Einfluss auf die Qualität und die Effizienz der medizinischen Versorgung hat.

Die FMH hat in der Vergangenheit verschiedentlich darauf hingewiesen, dass das EPD für Leistungserbringer – zumindest im jetzigen Kleid – einen sehr beschränkten Nutzen haben wird. Jedoch müssen wir rückblickend konstatieren, dass die Ärzteschaft die Entwicklung des EPD lange von aussen beobachtet hat und Zeit brauchte, geeignete Instrumente der Mitgestaltung zu finden. Zusätzlich erschwerend ist die behördlich geführte «top down»-Umsetzung, in die praktizierende Ärzte und Ärztinnen weder in der strategischen noch in der operativen Führung eingebunden sind.

 

E-Health ohne ambulante ­Leistungserbringer?

Die erste Strategie eHealth Schweiz des Bundes von 2007 entwarf die Vision, dass die Bevölkerung mittels geeigneter Informatikmittel «im Gesundheitswesen den Fachleuten ihrer Wahl unabhängig von Ort und Zeit relevante Informationen über ihre Person zugänglich machen und Leistungen beziehen» sowie «sich aktiv an den Entscheidungen in Bezug auf ihr Gesundheitsverhalten und ihre Gesundheitsprobleme beteiligen» können solle. Darin ist unschwer der Kern des heutigen EPD zu erkennen. Wie die frei praktizierende Ärzteschaft in die neu entstehende System- und Prozesslandschaft eingebunden werden sollte, liess die Strategie offen.

Dabei zeichnete sich bereits seit der Jahrtausendwende zunehmend ab, dass in vielen von Kantonen oder Spitälern angestossenen E-Health­-Projekten die Perspektive der ambulanten Leistungserbringer noch unterberücksichtigt blieb. Freischaffenden Ärztinnen und Ärzten drohte, zwischen Politik und IT eingeklemmt oder gar von der Entwicklung abgehängt zu werden. 2012 startete daher im Kanton St. Gallen mit «Ponte Vecchio» ein explorativer Modellversuch mit Managed-Care-Versicherten und dem Anwendungsfall «Austrittsbericht», bei welchem explizit auf ambulante Leistungserbringer fokussiert wurde. In diesem Rahmen wurde 2014 auch eine Arbeitsgruppe ins Leben gerufen, die klären sollte, welche Daten denn «behandlungsrelevant» sind (beim Austrittsbericht z. B. Wundberichte) – eine Frage, die uns auch heute noch beim EPD beschäftigt [7].

Eine Nasenlänge voraus wurde in der Romandie zur gleichen Zeit das bereits ambitiösere Pilotprojekt «e-toile» überführt in «MonDossierMedical». Heute bietet die Universität Genf für Ärztinnen und Ärzte bereits eine postgraduale Weiterbildung mit Masterabschluss in Medizininformatik an.

 

Von «Ponte Vecchio» zur AD Swiss

Das Versuchslabor «Ponte Vecchio» sollte auch zeigen, ob die ärzteeigene HIN in der Lage sei, eine E-Health-Basisinfrastruktur für die freie Ärzteschaft zu betreiben. Dass es eine solche brauchte, war und ist unbestritten, da entsprechende Investitionen von Einzel- oder Gruppenpraxen nicht allein gestemmt werden können [8]. Das Fazit aus «Ponte Vecchio», dass auch HIN eine solche Infrastruktur nicht ohne Partner aus dem Boden stampfen konnte, mündete schliesslich in die Gründung der AD Swiss mit dem Ziel, selbstbestimmt die ambulanten Leistungserbringer an der digitalen Zukunft teilhaben zu lassen.

Ebenfalls 2014 konstituierte sich auf Initiative der FMH die Interprofessionelle Arbeitsgruppe Elektronisches Patientendossier (IPAG EPD), nachdem die Erkenntnis gereift war, dass man sich nicht auf die technische Umsetzung verlassen wollte und man die Notwendigkeit erkannte, einen breit abgestützten fachlichen Input zum EPD leisten zu müssen. Die IPAG hat es sich zur Aufgabe gemacht, im Bereich E-Health die Bedürfnisse der unterschiedlichen Berufsgruppen aus acht Verbänden zu koordinieren, zu bündeln und mit gemeinsam getragenen Lösungen einen Beitrag zu einer nutzen-
orientierten Einführung des EPD zu leisten. Dies durchaus mit Erfolg, wie etwa die Berichte zu eMedikation und eToC (Transition of Care) zeigen, die Ende 2015 an eHealth Suisse übergeben wurden [9].

Die Ärzteschaft kann und muss ­mitgestalten

Die genannten Beispiele (nebst vielen anderen) zeigen, dass die Ärzteschaft – sei es allein oder mit Partnern – massgeblich Einfluss nehmen kann. Das gilt ebenso für ambulante Leistungserbringer. Auch für freischaffende Ärztinnen und Ärzte ist eine Teilnahme am EPD daher – auch wenn vorderhand noch freiwillig – von Beginn weg möglich. Denn eine Teilnahme bringt ihnen nicht nur den damit verbundenen Wissensvorsprung, sondern eben auch die Möglichkeit der Mitgestaltung.

Wo Anwendungsfälle (z. B. eMediplan, eRezept) noch zu wenig an der Realität der praxisärztlichen Tätigkeit orientiert sind, arbeiten bereits heute Gremien aus Leistungserbringern und Primärsystemanbietern wie der entsprechende Arbeitskreis der AD Swiss an der Vereinfachung durch integrierte Anbindungen [10]. Darüber hinaus steht mit der AD Swiss EPD Gemeinschaft eine Gemeinschaft bereit, die einen niederschwelligen und kostengünstigen Zugang zum EPD und hilfreiche Zusatzdienste bietet. Die Gemeinschaft befindet sich derzeit wie alle (Stamm-)Gemeinschaften im Zertifizierungsprozess. Parallel dazu wird bspw. gerade die Brücke zur Romandie gebaut, sodass einer Zusammenarbeit der AD Swiss mit den Stammgemeinschaften nichts im Weg steht.

Unserer Ansicht nach können gerade Ärztinnen und Ärzte – auch im Interesse ihrer Patientinnen und Patienten und als deren Vertrauenspersonen – zu einer treibenden Kraft im Bereich E-Health werden, indem sie sich das EPD und/oder die komplementären «Zusatzdienste» als Instrument der ärztlichen Tätigkeit aneignen und die Entwicklung aus fachlicher Perspektive in die richtige Richtung lenken. Ob das EPD dereinst ein Erfolg wird, weiss niemand. Das Rad «E-Health» lässt sich jedoch nicht zurückdrehen. Die Ärzteschaft hat hier und jetzt die Chance, diese Entwicklung in ihrem Sinne zu gestalten.

 

Literatur

1 Yvonne Gilli: Verzögerung als Chance. Schweizerische Ärztezeitung 2020;101(36):1056 (DOI: https://doi.org/10.4414/saez.2020.19184)

2 Der Zweckartikel des EPDG nennt neben Behandlungsqualität, Patientensicherheit und Effizienz explizit die Förderung der «Gesundheitskompetenz der Patientinnen und Patienten»: Bundesgesetz über das elektronische Patientendossier (EPDG) vom 19. Juni 2015 (Stand am 15. April 2020) (https://www.admin.ch/opc/de/classified-compilation/20111795/index.html)

3 Tania Weng-Bornholt, Urs Zanoni et al.: Whitepaper «Gesundheitskompetenz und das elektronische Patientendossier: Wie Stammgemeinschaften ein bürgernahes und nutzenorientiertes EPD fördern können». Aarau 2019 (https://www.e-health-suisse.ch/fileadmin/user_upload/Dokumente/2019/D/190527_Gesundheitskompetenz-EPD_Whitepaper_d.pdf)

4 Strategie eHealth Schweiz 2.0 2018 –2022. Ziele und Massnahmen von Bund und Kantonen zur Verbreitung des elektronischen Patientendossiers sowie zur Koordination der Digitalisierung rund um das elektronische Patientendossier. Bern 2018 (https://www.e-health-suisse.ch/fileadmin/user_upload/Dokumente/2018/D/181214_Strategie-eHealth-Suisse-2.0_d.pdf)

5 Die vom Gesetzgeber festgelegten Minimalanforderungen beziehen sich auf einen portalbasierten Zugang, d. h. eine Website. Dem gegenüber steht der Bedarf des Gesundheitspersonals einer Tiefenintegration mit den bestehenden Primärsystemen.

6 https://www.patientendossier.ch/de/gesundheitsfachpersonen/informationen/haeufige-fragen/was-kostet-das-epd (abgerufen am 29.09.2020)

7 Yvonne Gilli: Die Ärzteschaft in der EPD-Haftungsfalle? Schweizerische Ärztezeitung 2019;100(48):1600 (https://saez.ch/article/doi/saez.2019.18444)

8 Urs Stoffel: Für eine digitale Zukunft der Gemeinschaft der Ärztinnen und Ärzte. Schweizerische Ärztezeitung. 2014;95(33):1171 (DOI: https://doi.org/10.4414/saez.2014.02896)

9 Gert Printzen: IPAG – Interprofessionelle Zusammenarbeit auch im Jahr des Affen. Schweizerische Ärztezeitung 2016;97(02):45 (DOI: https://doi.org/10.4414/saez.2016.04350)

10 Die AD Swiss Community (ADSC) ist ein Zusammenschluss technischer, medizinischer und administrativer Dienstleister und Leistungserbringer. Der Verein versteht sich als Inkubator für die Umsetzung praktikabler Digitalisierungsvorhaben (https://www.ad-swiss.ch/verein-ad-swiss-community/).

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17.09.2020: CARTELLA CLINICA ELETTRONICA: IL COMITATO CENTRALE FMH RACCOMANDA AI MEDICI DI ADERIRE ALLA COMUNITÀ SVIZZERA
I medici che desiderano partecipare alla cartella clinica elettronica del paziente (EPR) devono entrare a far parte di una comunità o di una comunità di riferimento. Il Comitato centrale raccomanda che i membri del WFH si uniscano alla comunità di AD Swiss EPR gestita da un medico.

Alla fine del 2019, la Federazione dei medici svizzeri (FMH), Health Info Net SA (HIN) e la Caisse des médecins hanno fondato la comunità AD Swiss EPR, consentendo ai medici di entrare a far parte di una comunità di cartelle cliniche elettroniche gestite da medici.

Facile accesso e interessanti servizi aggiuntivi

Entrando a far parte della comunità AD Swiss DEP, i medici accedono alla cartella clinica elettronica dei pazienti tramite la loro identità HIN, che corrisponde ai requisiti stabiliti dal DEP. Poiché la maggior parte di loro ha già un’identità HIN, il loro accesso all’EPD richiede investimenti particolarmente contenuti.

La AD Swiss PED Community non solo garantisce la compatibilità con la PED, ma offre anche interessanti servizi aggiuntivi come un modulo di prescrizione elettronica, che può essere utilizzato non appena si entra a far parte della AD Swiss PED Community.

Ampie opportunità di formazione continua a basso costo

Poiché la WFH detiene partecipazioni sia in HIN AG che in AD Swiss Net AG, la professione medica ha notevoli opportunità di sviluppo. Inoltre, i servizi della comunità AD Swiss DEP possono essere offerti a prezzi estremamente interessanti.

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Protected: 14.09.2021: Das EPD wird Realität – jetzt handeln

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27.01.2020: Cartella informatizzata del paziente: costituzione della Comunità CIP AD Swiss
Con la costituzione della propria «Comunità CIP AD Swiss», i medici sono ora anche fornitori della cartella informatizzata del paziente (CIP) in Svizzera. Con AD Swiss medici, infermieri e terapisti liberi professionisti possono accedere in modo semplice e sicuro all’area riservata CIP.

Il 19.12.2019 la Federazione dei medici svizzeri FMH, Health Info Net AG (HIN) e la Cassa dei Medici hanno fondato l’associazione «Comunità CIP AD Swiss». La direzione è composta da Claudia Brenn (Direttrice della Cassa dei Medici) e Lucas Schult (Direttore Generale di Health Info Net AG) ed è presieduta da Yvonne Gilli (Comitato centrale della FMH).

Obiettivo e finalità della nuova comunità

I lavori per la certificazione in conformità alla legislazione sulla cartella informatizzata del paziente (LCIP) sono già in corso. L’obiettivo è consentire ai soci di accedere alle cartelle dei loro pazienti in conformità alla legge già quest’anno. La «Comunità CIP AD Swiss» si concentra in particolare sui medici che lavorano in uno studio privato, anche se non sono ancora legalmente obbligati a partecipare alla CIP.

Yvonne Gilli, Presidente dell’associazione «Comunità CIP AD Swiss», ha dichiarato: «Siamo convinti che i fornitori di prestazioni ambulatoriali svolgano un ruolo importante nel processo di digitalizzazione del sistema sanitario. La costituzione di una comunità di categoria con processi e servizi propri è stata una conseguenza logica per venire incontro alle esigenze specifiche dei medici ambulatoriali».

Il punto di forza della «Comunità CIP AD Swiss» è la sua integrazione in strutture consolidate. Un gran numero di medici dispone quindi già di un collegamento HIN che può essere utilizzato anche per accedere alla CIP. A tale proposito, Lucas Schult, Direttore Generale di HIN e membro della direzione dell’associazione, ha dichiarato: «Grazie alle sinergie tra HIN e AD Swiss consentiamo agli operatori sanitari autorizzati di accedere alle cartelle dei loro pazienti in modo semplice e sicuro».

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